Scrivere un romanzo fatto di racconti: Olive Kitteridge di Elizabeth Strout

Ci sono autori che non hanno problemi a sfornare opere di ampio respiro, gente che siede alla tastiera e senza accorgersene si trova a superare le 400 pagine di manoscritto (il problema per loro è stringere, non perdere la rotta). Ne esistono altri che preferiscono manipolare una materia più esigua e tagliente, che procedono limando ogni frase in cerca della perfezione.

Sono scrittori, questi ultimi, che trovano nel racconto la forma narrativa ideale. Sanno partire da un’intuizione, talvolta un fatto apparentemente banale, e creare atmosfere, personaggi, ambientazioni memorabili. Per fare qualche esempio celebre: Il nuotatore di J. Cheever, Cattedrale di R. Carver e Colline come elefanti bianchi di E. Hemingway. (Lo so, sono tutti uomini e tutti americani, ma ci sto lavorando…)

Non è detto, ovviamente, che chi scrive racconti non possa scrivere con successo romanzi, e viceversa. Lo testimoniano i libri di Cheever, Hemingway, Kafka e molti altri. Elizabeth Strout, per fare un nome a caso, ha scritto anche romanzi ottimi come Mi chiamo Lucy Burton e Tutto è possibile.

Se scrivi buoni racconti, ma inizi a pensare che il romanzo non sia alla tua portata (magari perché, come Carver, non hai abbastanza tempo), non disperare: non è detto che da una raccolta di racconti non si possa tirar fuori un’opera che, al lettore, sembrerà molto vicina all’esperienza di un romanzo.

Lo ha fatto Elizabeth Strout con Olive Kitteridge. Come sempre, cogliamo l’occasione per estrarre da questa lettura un paio di consigli su come procedere.

1. Trova un filo conduttore

Per cucire insieme una serie di racconti servono un ago sottile e un filo conduttore che attraversi tutte le linee narrative. Può essere un personaggio, una città, un tema, un evento…

Nel caso di Olive Kitteridge è proprio lei il filo: Olive. La ritroviamo in ogni racconto, a volte come protagonista, altre volte come personaggio secondario o quasi come comparsa nelle vite degli altri abitanti di Crosby, Maine.

L’ambientazione è un altro filo conduttore di questo libro. Alla fine del libro si ha la sensazione di aver conosciuto un’intera città, di essere entrato in contatto, insieme a Olive, con le vite dei suoi abitanti.

2. Cura ogni racconto in modo maniacale

Ogni racconto della Strout varrebbe un premio Pulitzer per la narrativa (che peraltro ha vinto con questo libro nel 2009). Se invece tu, come me, sei un comune mortale, cerca semplicemente di mettercela tutta in ogni racconto, pensando sempre che deve poter “camminare da solo”. Insomma, non prendere questa cosa del romanzo fatto di racconti come scusa per sorvolare sui dettagli!

3. Cerca di mantenere un’atmosfera e uno stile coerenti

A meno che tu non sia un genio della letteratura (ehi, ma che ci fai qui?) e ti senta in vena di sperimentare, evita di creare voragini tra un racconto e l’altro. Uno stile e un mood coerenti daranno al lettore la sensazione di essere coinvolto in un libro che è qualcosa di più di una pura raccolta di racconti.

4. Non scordarti di Olive!

Il lettore, anche se resta a bocca aperta al termine di ogni racconto, vuole sapere cosa ne sarà di Olive e della sua famiglia. In questo senso, non dimenticare di fare ciò che si fa di solito nei romanzi: chiudere i cerchi. O non chiuderli, ma per scelta consapevole.

Se hai in mente di provare a scrivere un romanzo fatto di racconti, è meglio che tu non perda mai di vista il destino del tuo filo conduttore, e che non dimentichi di renderne conto al lettore. Tienilo presente anche se scrivi i racconti a distanza di tempo e da prospettive molto diverse. Appendi un cartello nel posto in cui scrivi: “Non scordarti di Olive!”

5. Leggi chi ci ha già provato

Ti invito a leggere Olive Kitteridge e ti segnalo che Einaudi ha da poco pubblicato un nuovo lavoro della Strout dal titolo Olive, ancora lei. Se ami le serie TV, ne esiste una di quattro puntate ispirata proprio a Olive Kitteridge.

Nel 2012, Paolo Cognetti ha pubblicato per Minimum Fax Sofia si veste sempre di nero, scritto nello stesso modo e a mio parere altrettanto riuscito. (Non sto a dirti qual è il filo conduttore, lo avrai già capito.)

Esistono di certo molti altri romanzi fatti di racconti di cui non ho parlato. Se ne conosci segnalameli nei commenti, per favore. Condividere aiuta a crescere…

Buona scrittura, e soprattutto buona lettura.

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Il libro

  • Titolo: Olive Kitteridge
  • Autrice: Elizabeth Strout
  • Anno prima edizione: 2008
  • Traduzione: Silvia Castoldi
  • Edizione: Fazi, 2009
  • Pagine: 383

[foto: iodonna.it]

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